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Trazioni

Le Trazioni vertebrali sono una metodica manuale di scarico delle articolazioni spinali e dei dischi intervertebrali; trovano una maggiore efficacia e facilità di esecuzione a livello cervicale piuttosto che dorso-lombare.
In passato le trazioni scheletriche cervicali si eseguivano tramite un apparecchio dotato di una mentoniera agganciata ad una carrucola, cui venivano applicati dei leggeri pesi per un determinato lasso di tempo; negli anni, col crescere della nostra professione e delle nostre competenze nel trattamento manuale delle affezioni scheletriche, si è abbandonato questo approccio standardizzato e si è passati ad un trattamento manuale personalizzato in base ai disturbi ed alle esigenze del paziente.

Tali manovre permettono una diastasi – decoaptazione a livello delle articolazioni intervertebrali, permettendo così una diminuzione dell’attrito e quindi della rigidità articolare, ed una decompressione dei dischi intervertebrali, troppo spesso gravati da pressioni mantenute a lungo su base posturale.
Indicazioni: tutte le condizioni di sofferenza della colonna vertebrale, come ad esempio: rigidità cervicale o lombare, blocchi articolari con conseguenti diminuzioni del range di movimento, protrusioni discali, cervicobrachialgie, lombosciatalgie.

Terapia Cranio Sacrale

Il sistema Cranio-Sacrale è un sistema fisiologico del nostro corpo, che prende nome dalle ossa che,  insieme alle vertebre, circondano il Sistema Nervoso Centrale (S.N.C.): le ossa del cranio e l’osso sacro.

Il cervello ed il midollo spinale, componenti del S.N.C., sono ricoperti da membrane protettive che formano intorno ad essi una sorta di involucro, all’interno del quale circola il liquido CerebroSpinale; questo liquido viene prodotto e riassorbito all’interno della scatola cranica creando un ritmo (il ritmo Cranio-Sacrale), che si propaga in tutto il corpo come un movimento leggerissimo in corrispondenza delle varie ossa del cranio, lungo tutta la colonna vertebrale fino all’osso sacro ed anche nelle zone periferiche del corpo attraverso la fascia connettivale.

Negli anni ‘30 un americano, il dott. Sutherland, si chiese perché la natura avesse creato quelle particolari suture tra le varie ossa del cranio e, dopo anni di sperimentazioni ed osservazioni, dedusse che le ossa del cranio e l’osso sacro si muovono e lo fanno grazie ad una spinta che viene dall’interno del cervello, dove ci sono degli spazi vuoti, i ventricoli, all’interno dei quali viene prodotto il liquido CefaloRachidiano, detto anche Liquor o Liquido CerebroSpinale, il quale poi fuoriesce e va a circondare gli emisferi cerebrali ed il midollo; abbiamo così una circolazione fluida, é come se la maggioranza delle nostre strutture nervose fossero a bagno, o meglio galleggiassero in questo liquido.

Il Liquido CefaloRachidiano nella sua circolazione é anche soggetto ad una variazione di pressione, dovuta alla produzione e al riassorbimento, dando così una delle spiegazioni di quello che viene definito Ritmo Cranio-Sacrale.

Il cranio ed il sacro, collegati dalle meningi, si muovono insieme e quest’onda si diffonde in tutto il corpo; noi non ne siamo coscienti, è un meccanismo involontario che nasce al centro del nostro cervello ed in qualche modo riflette le nostre condizioni psico-fisiche.

Come agisce il trattamento

Il trattamento Cranio-Sacrale è una forma di terapia manuale; di norma il paziente si distende su un lettino e sperimenta il tocco molto leggero delle mani del terapista.

Durante la seduta si potrà avvertire un profondo senso di rilassamento, così come sentire fenomeni di calore, di pulsazione, di qualcosa che si muove all’interno del corpo, o altre sensazioni.

Il terapista ascolta attraverso le mani quello che succede nel corpo del paziente ed in questo modo identifica e tratta le tensioni e i dolori che ne sono trattenuti.

Durante il trattamento il movimento più piccolo può essere molto significativo e le leggerissime manovre effettuate fanno lentamente emergere una sensazione di calma profonda, di tranquillità, quasi un senso di pace, che si può definire in questo modo: rilassamento profondo (ritmo alfa del cervello), come quando ci si avvicina al sonno e ci si libera dai pensieri e dalle tensioni corporee; il rilassamento infatti é la risposta del corpo nel momento in cui entra in sintonia con il suo stesso ritmo Cranio-Sacrale.

Il ritmo Cranio-Sacrale é molto lento, con cicli di 3 – 5 secondi, é un potente armonizzatore, e rappresenta proprio il nostro spazio di profonda tranquillità; è da questo spazio che parte il trattamento, che tende ad armonizzare, bilanciare e riallineare le strutture del nostro corpo.

Il terapista, con le proprie mani allenate ad ascoltare questi leggerissimi movimenti (i movimenti delle ossa craniche sono stati misurati nell’ordine di alcuni microns), fa in modo che il ritmo Cranio-Sacrale si ampli e si diffonda dappertutto; se il terapista incontra quelle che vengono chiamate “restrizioni” (zone con poco ritmo che generalmente sono anche zone dolenti e/o dal movimento limitato, zone con cicatrici o zone in cui c’è stato un trauma pregresso), cerca di usare la stessa forza del sistema Cranio-Sacrale per aiutare quella parte a ritrovare la propria mobilità. Le restrizioni nel funzionamento del corpo si mostrano attraverso il ritmo Cranio-Sacrale.

In risposta a traumi fisici o a stress emotivi, i tessuti corporei si contraggono ed in base all’intensità ed alla frequenza di questi stimoli le tensioni tissutali possono permanere anche a lungo..

Il terapista dà un’opportunità al corpo di lasciar andare le tensioni e di tornare ad un sistema di funzionamento più facile.

Lasciando libere le energie che prima erano in tensione, queste si rilasciano, liberando il corpo dalla contrazione; così uno dei benefici del trattamento é un maggior livello di energia disponibile e un conseguente miglioramento della vitalità del corpo, che permettono ai naturali processi di autoguarigione di agire.

Come può aiutarmi la Terapia Cranio-Sacrale ?

La Terapia Cranio-Sacrale é un trattamento così delicato da essere sicuro ed adatto per persone di ogni età, anche in condizioni di dolore acuto o di particolare fragilità.

Proprio la Terapia Cranio-Sacrale é spesso consigliata quando altre forme di trattamento possono essere rischiose, ad esempio durante la gravidanza, dopo un intervento chirurgico oppure dopo un incidente.

Non occorre che tu sia malato o che tu abbia alcun sintomo particolare per poter beneficiare della Terapia Cranio-Sacrale; per la maggioranza di noi, poter alleviare lo stress e incrementare il livello di vitalità e di benessere é una possibilità sempre benvenuta.

Pompages

La tecnica dei Pompages viene utilizzata per allentare le tensioni che si creano nel tessuto fasciale (tessuto connettivo di protezione che ricopre tutto lo scheletro passivo – ossa ed articolazioni -, tutta la muscolatura e gli organi del nostro corpo e su cui si trasmettono e ripercuotono tutte le possibili tensioni del nostro organismo), con lo scopo di diminuire, se non risolvere, le sintomatologie dolorose del paziente, incrementarne la motilità articolare e la sensazione di benessere.

L’obiettivo è quindi il raggiungimento di una condizione di equilibrio fisico che si possa tradurre in una stabilità delle funzioni organiche (assenza di sintomi).
La tecnica viene effettuata tramite un tensionamento manuale ritmico, regolare e progressivo dei tessuti, che permette il passaggio dallo stato di tensione ad uno di rilasciamento e viceversa e prevede tre tipologie diverse in base alla parte trattata: pompage del tessuto fasciale, del tessuto muscolare e delle articolazioni.
Condizioni di stress, macrotraumi e microtraumi ripetuti, sovraccarico funzionale, posture mantenute e/o scorrette possono causare un aumento della tensione all’interno della fascia, con conseguente perdita di elasticità della stessa e diminuzione della circolazione dei liquidi corporei.

Indicazioni: cervicalgie miotensive, emicrania, cefalea, dorsalgie, lombalgie, contratture, tensioni muscolari persistenti, tendiniti e patologie da sovraccarico, artralgie post-traumatiche.

Neurodinamica

Il Trattamento Neurodinamico viene usato per trattare le affezioni dolorose del tessuto nervoso e non di quello muscolo-tendineo-articolare, in quanto anche i nostri nervi periferici si muovono accompagnando i nostri movimenti, allungandosi, accorciandosi e scivolando nei nostri tessuti; inoltre essendo meccano-sensitivi, cioè sensibili al movimento, possono essere causa di dolori riferiti in determinate zone del corpo senza che la causa sia appunto muscolo-tendineo-articolare.

La tecnica è stata sviluppata negli anni novanta da un Fisioterapista australiano, Michael Shacklock, a tutt’oggi unico docente autorizzato ad insegnare tale tecnica a livello mondiale.
Il lavoro si divide in tre fasi:
– il recupero della fisiologia del nervo, attraverso tecniche di scivolamento
– il recupero pieno della meccanica del nervo, attraverso tecniche di tensionamento graduale
– il trattamento del nervo anche se le sue risposte sono normali (in assenza di dolore); in genere si usa questo ultimo tipo di tecnica (sovrastimolazione) solo negli sportivi, nei casi in cui si voglia perfezionare un solo gesto corporeo o se si vuole trattare contemporaneamente il tessuto nervoso con quanto ad esso adiacente.

Con questa tecnica si ottengono degli ottimi risultati sulle condizioni dolorose che il terapista ritiene originate dal tessuto nervoso (protrusioni discali con dolore radicolare, lombosciatalgia, cervicobrachialgia, epicondilite, tunnel carpale, neuroma di Morton, dolori calcaneali, nevralgie dorsali, dolori irradiati sull’arto superiore o inferiore).

Mobilizzazioni

Le Mobilizzazioni articolari si differenziano in due tipologie: 1) spinali, quelle applicate alle articolazioni vertebrali, 2) periferiche, applicate alle articolazioni degli arti superiori ed inferiori.
Si eseguono quando il terapista considera molto difficile, se non improbabile, un incremento di ampiezza del movimento articolare (ROM – Range Of Movement) in esame solo attraverso il movimento passivo, attivo o attivo-assistito (Rieducazione Motoria).
Sono eseguite tramite apposite e graduali manovre manuali, che mobilizzano i capi articolari da trattare in modo da migliorarne i movimenti accessori (movimenti di scivolamento reciproco tra le superfici articolari) e di conseguenza i movimenti fisiologici eseguiti attivamente dal paziente.
Ogni articolazione in ogni suo movimento ha una tecnica di mobilizzazione appropriata; sta al terapista eseguirla in modo appropriato, responsabile, confortevole ed indolore (se possibile).

Considerando che: 
– la rigidità articolare può essere sempre fonte di dolore localmente o a distanza,
– la rigidità articolare aumenta con la progressiva perdita dei moti accessori articolari,
– i moti accessori articolari non si recuperano solo con la kinesiterapia tradizionale passiva, attiva o attivo-assistita, né con l’autotrattamento, ma solo tramite adeguate tecniche di mobilizzazione, si può bene intuire l’importanza delle suddette nel trattamento di tutte le affezioni muscoloscheletriche derivanti dalla diminuzione del movimento articolare (ad es. rigidità post-traumatica o post-immobilizzazione oppure limitazioni di movimento per fenomeni degenerativo-infiammatori).

Massoterapia

Il massaggio (dal greco massein, che significa “impastare”, “modellare”) è una tecnica manuale utilizzata per diminuire il tono del tessuto muscolare e la rigidità articolare, alleviando così i sintomi riferiti dal paziente.
La direzione del massaggio deve sempre rispettare la circolazione venosa (dalle estremità verso il cuore) se vuole avere un’azione drenante e può essere parallela alle fibre muscolari trattate o perpendicolare (nel secondo caso l’effetto decontratturante sarà maggiore); la velocità delle manovre invece può diversificare un trattamento tonificante – eccitomotorio da uno puramente rilassante o decontratturante.
la cosa più importante è sapere sempre su quali strutture si sta lavorando e con quale intensità, per poter avere un effetto terapeutico appropriato.

Il principale effetto della Massoterapia sui tessuti biologici è di tipo termico ed iperemico, cioè facilita l’afflusso di sangue per vasodilatazione locale, con comparsa di un arrossamento cutaneo più o meno evidente a seconda del paziente ed aumento della temperatura; conseguenze dirette sono la diminuzione di tono del tessuto muscolare, tessuto molto vascolarizzato, con possibile diminuzione consequenziale della rigidità articolare nelle zone trattate.

Si utilizzano oli, talco o creme per facilitare lo scorrimento delle mani del terapista e per caratterizzare il massaggio (tonificante-drenante, rilassante, antiinfiammatorio-antidolorifico).
La durata del massaggio non deve essere mai inferiore ai 15 minuti, al fine di garantire un minimo di beneficio.

Le controindicazioni per una seduta di Massoterapia sono le seguenti: neoplasie, lesioni cutanee nella zona da trattare o stati infiammatori sistemici in atto.

Massaggio Miofasciale

Si tratta di una tecnica massoterapica volta a trattare la muscolatura intesa come un insieme funzionale indissociabile di tessuto muscolare contrattile e tessuto connettivo fibroso.  Quest’ultimo si presenta come una grande membrana che avvolge tutto il corpo umano con continuità, come se fosse una muta da subacqueo che circonda il nostro corpo e ne determina la morfologia; di questo tessuto connettivo di protezione è composta la Fascia, che avvolge e separa le fibre muscolari in tutto il nostro organismo, con una doppia funzione, quella di costituire un mezzo di unione tra le fibre muscolari stesse e quella di “trasmettere le tensioni che si sviluppano nell’apparato muscolo-scheletrico come se fosse un vero agente meccanico” (Bienfait).

Questo trattamento ci permette quindi di diminuire lo stato di tensione dei muscoli più contratti, andando a liberare anche le strutture fasciali intimamente connesse con le fibre muscolari, con lo scopo di rendere le strutture più mobili e più elastiche, quindi in grado di sopportare meglio le sollecitazioni alle quali sono sottoposte. Le manovre possono essere eseguite in tutti i distretti corporei, dalla regione cervicale a quella lombare ed agli arti superiori ed inferiori, con tecniche definite di Delineazione e Scollamento, che trovano particolare efficacia nei gruppi muscolari definiti Tonici, cioè attivi per buona parte della giornata ed in stato di pretensione praticamente continuo (a livello cervicale: paravertebrali cervicali, trapezio fibre superiori e piccolo romboide).

E’da sottolineare inoltre l’azione drenante che si può avere con questa tecnica, che facilita lo scorrimento della Fascia e dà un vero e proprio stimolo al ripristino della circolazione dei fluidi nella zona trattata, in quanto stasi dei fluidi ed aumento della tensione fasciale sono due processi che vanno di pari passo. E’un trattamento indicato anche in chi pratica attività sportiva, proprio per la sua capacità di scaricare le tensioni continue accumulate nei gruppi muscolari maggiormente sollecitati.

Massaggio Connettivale

E’ una tecnica particolare di massaggio che agisce sul tessuto connettivo sottocutaneo, specialmente su quello fasciale che avvolge tutta la muscolatura del corpo.
Il significato terapeutico primario del massaggio connettivale sta nella possibilità di influire sui meccanismi di regolazione neurovegetativa.
Vengono esercitati stimoli di trazione tangenziali alla cute (agganciamenti e strie) ed al tessuto sottocutaneo in modo da trazionare il tessuto connettivo, evocando così, a seconda delle zone cutanee trattate ed attraverso un arco riflesso cutaneo-viscerale, determinate reazioni degli organi interni e della circolazione linfatica e sanguigna.

Il significato terapeutico secondario del massaggio connettivale invece sta nel rilassamento del tessuto connettivo fasciale, nella normalizzazione del tono muscolare, nello sbrigliamento delle aderenze sottocutanee e nel trattamento del tessuto cicatriziale.
Nell’area trattata l’elasticità dei tessuti recupera il suo normale equilibrio e ciò si evidenzia attraverso una maggiore mobilità tangenziale tra i piani cutanei testabile tramite manovre di frazionamento.

Il paziente, durante la seduta, dovrebbe avvertire sulla cute una sensazione di taglio netto ed efficace, tanto più intensa quanta più tensione è presente nell’area trattata.
Indicazioni: contratture muscolari persistenti, tendinopatie, aderenze sottocutanee, trattamento delle cicatrici.

Massaggio Anticellulite

E’ un trattamento manuale finalizzato alla riduzione della cellulite, che è una pannicolopatia edemo-fibro-sclerotica, che coinvolge il tessuto sottocutaneo, il quale è particolarmente ricco di cellule adipose, che, per cause ereditarie, ormonali, circolatorie e da stress, diventano ipertrofiche, dando modo ai liquidi in eccesso di accumularsi negli spazi intercellulari. Per i motivi appena indicati la cellulite è frequente nelle donne a partire dall’età post-adolescenziale.

Se ne riconoscono tre fasi: edematosa (caratterizzata dall’edema dovuto all’accumulo di liquidi negli spazi intercellulari del pannicolo adiposo), fibrosa (detta anche ‘’a buccia d’arancia’’ per via di piccoli noduli dovuti ad un aumento del tessuto connettivo -fibrosi- che indurisce il pannicolo adiposo) e sclerotica (dove i noduli diventano più grandi, più duri e dolenti).

Il Massaggio anticellulite viene effettuato riattivando il microcircolo locale, procedendo sempre dalla periferia verso il centro, in direzione del cuore, con tecniche mirate a disgregare i legami fibrosi che imprigionano le cellule adipose sottocutanee non opportunamente nutrite ed ossigenate, facilitandone il ritorno alla normalità. La durata del trattamento varia dai 30 ai 45 minuti, durante i quali si procede con gradualità, iniziando con manovre che coinvolgano lo strato superficiale della cute, evitando pressioni troppo forti che potrebbero causare la rottura dei capillari.

Questo trattamento può essere tranquillamente integrato con il Linfodrenaggio, in quanto le due metodiche associate offrono una soluzione naturale, efficace e sicura alla ritenzione idrica ed un miglioramento della circolazione linfatica e sanguigna, soprattutto se abbinate ad esercizio fisico e ad una dieta equilibrata.

Linfodrenaggio

E’ la tecnica manuale di riabilitazione vascolare che agisce sul sistema linfatico (quel complesso di linfonodi e vasi che drena il liquido – linfa – presente negli spazi tra le cellule del corpo).
E’ principalmente indicato nel trattamento del linfedema, il gonfiore localizzato, provocato da disordini della circolazione sanguigna e linfatica, da traumi o da infiammazioni, che colpisce prevalentemente gli arti.
Le manovre, eseguite lungo il decorso dei vasi linfatici con direzione centripeta, e la pressione esercitata sui tessuti facilitano il passaggio della linfa nei dotti linfatici, diminuendo così la stasi linfatica e di conseguenza il gonfiore localizzato.
Con questo trattamento è possibile ottenere una riduzione o la risoluzione degli effetti dannosi provocati dal rallentamento della circolazione linfatica: senso di pesantezza agli arti, aumento di volume degli stessi con conseguente limitazione dei movimenti, crampi e formicolii; per questo motivo la tecnica non è da intendersi solamente a scopo riabilitativo, ma anche come un trattamento finalizzato al benessere psicofisico del paziente.

Indicazioni: senso di pesantezza e/o gonfiore agli arti inferiori dovuto alla cattiva circolazione od a modificazioni ormonali presenti durante il ciclo mestruale, postumi di interventi di chirurgia vascolare agli arti inferiori (safenectomia, stripping, scleroterapia, rivascolarizzazione mediante by-pass), interventi di chirurgia generale, plastica od oncologica (con riduzione dei tempi di recupero nel post-operatorio), interventi di chirurgia maxillofacciale e/o odontoiatrica, trattamento multifattoriale della cellulite.
Controindicazioni: infezioni sistemiche acute, scompenso cardiaco o insufficienza cardiaca, tromboflebite acuta, neoplasie in atto ed eczemi acuti nella zona da trattare.

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